I CARE. MI STA(I) A CUORE
I care: non un modello, piuttosto un messaggio che don Milani ha affisso su una parete della scuola di Barbiana, «il motto della migliore gioventù americana, significa “Mi sta a cuore” ed è l’esatto contrario del motto fascista “Me ne frego”», che si contrappone all’indifferenza e promuove una scuola diversa e inclusiva; una scuola in grado di “avere a cuore” tutti gli alunni, a prescindere dalle loro capacità, e di portarli tutti, nessuno escluso, verso il successo formativo.
Un progetto della scuola secondaria di I grado “C. Giaquinto”, nell’ambito dell’insegnamento di Religione Cattolica e nato dall’esigenza di far conoscere ai ragazzi e alle ragazze una figura straordinaria e rivoluzionaria: don Lorenzo Milani. Attraverso un percorso in tre tappe, gli alunni delle classi terze sono stati guidati e accompagnati alla scoperta del priore di Barbiana e dei suoi allievi, alle sue idee rivoluzionarie e
quanto mai attuali. Il progetto, inoltre, prende spunto e integra la pista di lavoro delle prove per classi parallele sul tema de “la scuola che vorrei”, in questo caso inteso non come spazio fisico, ma piuttosto come luogo di apprendimento ed esperienza di vita.
La prima tappa: il corto animato “La favolosa storia di Barbiana”, prodotto da Rai Kids, ha introdotto gli alunni in un contesto storico e culturale apparentemente lontano da noi, ma assolutamente presente in tanti modi di fare e di pensare della nostra società.
Un secondo momento ha coinvolto gli alunni, attraverso la didattica ludica e laboratoriale, alla scoperta, riflessione e interiorizzazione del grande messaggio di don Lorenzo: I CARE, mi state a cuore. I ragazzi e le ragazze hanno scelto e riflettuto su alcune frasi cardine degli insegnamenti del priore toscano: “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”; si sono resi conto che “se si perdono i ragazzi più difficili la scuola non è più scuola. É un ospedale che cura i sani e respinge i malati”; lavorando insieme, a
gruppi e in collaborazione tra compagni e tra classi hanno capito che “LA SCUOLA non è una cosa bella e fatta, ma LA SI COSTRUISCE INSIEME” e soprattutto che i più grandi possono diventare “maestri” dei più piccoli perché “si impara ad imparare e si insegna ad insegnare”. Nell’ultima fase hanno riprodotto su grandi striscioni le frasi, le storie e le immagini, inventato giochi e attività nonché ideato e rappresentato una emozionante scenetta da proporre alle classi prime e seconde in giornate dedicate. In due mattine di maggio le classi prime e le seconde della “C. Giaquinto” si sono alternate in aula magna, allestita come un piccolo anfiteatro: il “pensatoio delle idee”, per assistere e
partecipare all’esperienza finale di presentazione del percorso svolto, progettata e guidata dai compagni delle terze, venendo coinvolti in prima persona in giochi, attività e, infine rispondere alla domanda personale: “E A ME, COSA STA A CUORE?”
Tutti hanno colto il bellissimo messaggio di una SCUOLA CHE DEVE ESSERE COSTRUITA INSIEME, fianco a fianco, alunni e docenti “imparando ad imparare e insegnando ad insegnare”.
Prof.ssa Maria Grazia la Forgia